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Perche' il Canal du Midi


INTRODUZIONE

Mi capita spesso di perdermi nell'osservazione, o meglio, nello studio delle carte geografiche alla ricerca di itinerari da percorrere in kayak.
Le mete del mio peregrinare geografico, a causa della difficoltà che trovo nel riuscire a salire il primo gradino della scaletta di un aereo, si riducono a località facilmente raggiungibili in auto e treno. Quindi per lo più l'Italia e l'Europa.

Durante una di queste peregrinazioni cartografiche l'attenzione si è focalizzata su un percorso non tanto caratterizzato da difficoltà tecniche, quanto invece interessante per i risvolti storici.
Si tratta del percorso, una volta molto frequentato da navigli commerciali, che dal Mar Mediterraneo, attraverso il Canal du Midi, il Canal lateral a la Garonne e la Gironde (foce del fiume Garonne), porta fino all'Oceano Atlantico.

Si tratta della via commerciale aperta più di trecento anni fa e che collega veramente i "deux mers" attraversando un continente.
Insomma, si tratta di percorrere in kayak centinaia di chilometri lungo la storia, attraversando quelle chiuse di leonardesca memoria che hanno permesso di scalare pendenze con una imbarcazione solitamente usa a navigare in piano; si tratta di passare sopra i molti ponti-canale realizzati per superare fiumi importanti e torrenti minori, di passare sotto gli innumerevoli ponticelli pedonali e carrabili. Tutte costruzioni esemplari in pietra e cemento, di disegno semplice ed essenziale quanto forte e caratterizzante l'intero percorso.

Beh! Un bel giro di circa 600 km diviso in:
- 240 km di Canal du Midi da Marseillan Plage a Toulouse.
- 190 km di Canal Lateral a la Garonne o di Garonne da Toulouse a Castets en Dorthe.
- 165 km di Garonne e Gironde.
Un bel giro davvero per chi ha costanza nell'allenamento durante l'anno e vuole dedicare almeno 25 giorni ad una faticosa avventura.

Noi ci abbiamo provato, ma purtroppo, dopo una decina di giorni di navigazione, raggiunta Toulouse siamo stati fermati da vari fattori:
- La scarsa preparazione fisica. Il nostro allenamento durante l'anno è consistito solo in sporadiche uscite giornaliere il fine settimana, per cui le 6-8 ore continuate di pagaiata, alla fine hanno provocato a me dolori alla spalla sinistra, al mio compagno di avventura perdita di sensibilità momentanea ad un braccio.
- La scarsità di acqua nei fiumi. Abbiamo scelto proprio un agosto sfortunato dal punto di vista pluviometrico ma una splendida estate priva di temporali. Infatti la scarità d'acqua ci ha reso impossibile la continuazione lungo la Garonne come ci eravamo preposti. Inoltre, una volta giunti a Toulouse, abbiamo cercato informazioni presso il Magistrato delle Acque dell'Alta Garonne che ci ha negato il permesso di introdurre il kayak nel fiume per una non meglio specificata pericolosità alla navigazione di natanti a remi.
- Per ultimo la previsione di altri 10 giorni di pagaiata lungo il Canal Lateral a la Garonne, un altro magnifico serpentone d'acqua ferma color caffelatte! (speravamo proprio di poterci far trasportare dalla corrente della Garonne una volta giunti a Toulouse).
Così abbiamo deciso di ridurci la traversata a poco meno della metà del percorso prefissato.

Una grande delusione, ma anche una grande soddisfazione quando, durante il ritorno da Toulouse a Marseillan Plage in treno, dopo aver percorso in circa due ore e mezza un tragitto durato dieci giorni in kayak! Proprio una bella soddisfazione!

IL CANAL DU MIDI

In breve, la storia del Canal du Midi è legata a questioni politico/commerciali.
Già al tempo dei romani si pensò di accorciare il trasporto di beni di consumo dal Mediterraneo alle coste europee dell'Atlantico attraverso la Francia. In questo modo un viaggetto di oltre 3.000 km avrebbe potuto ridursi ad 1/6 del percorso.
Inoltre, il passaggio attraverso lo Stretto di Gibilterra era sottoposto al rischio di frequenti attacchi di pirati e, con l'assurgere della potenza della Spagna, anche a pesanti dazi commerciali.

Il primo progetto basato su un concreto studio di fattibilità fu presentato da Pierre Paul Riquet (naturalmente un francese in un periodo in cui Francia e Spagna non nutrivano buoni rapporti di vicinato) nel 1662.
Dopo aver risolto il grosso problema di come fornire l'acqua al canale e dopo aver convinto il re Luigi XIV delle grosse possibilità commerciali che si sarebbero aperte (e naturalmente pensando, il sovrano, anche a quelle militari), si passò alla realizzazione del canale in soli 14 anni fino al 1686, sei anni dopo la morte del suo ideatore.
Negli stessi anni, Vauban (grande ingegnere militare sotto il regno di Luigi XIV) prese la decisione di realizzare il Canal Lateral a la Garonne, iniziando l'opera sognata da Riquet: unire i "due mari".
I lavori, dopo alcuni ritardi, iniziarono nel 1838 ed il canale fu aperto alla navigazione nel 1856 con la realizzazione della chiusa di Castets en Dorthe, l'ultima prima di gettarsi nella Garonne per raggiungere l'Oceano Atlantico.
A questo punto la via di trasporto commerciale dal Mediterraneo all'Oceano Atlantico venne completata. Pochi anni dopo però, nel 1858, la linea ferroviaria e la maggiore velocità nel trasporto delle merci la fece diventare già obsoleta e ne decretò così l'inizio di una ingloriosa decadenza.

Nel 1980 si decretò la fine del traffico commerciale sul canale per permetterne uno sviluppo prettamente turistico.Infatti oggi il canale, ristrutturato e dotato di adatte attrezzature portuali viene usato a scopo turistico, con noleggio di house-boats, e per il passaggio di barche a vela o di piccole imbarcazioni a motore dall'Oceano al Mediterraneo e viceversa.
Una curiosità per quanto riguarda le barche a vela, o dotate di alberatura, è la necessità di poter abbassare l'albero maestro con appositi giunti snodabili per permettere il passaggio sotto i frequenti e bassi ponti.
Interessanti opere ingegneristiche ed architettoniche sono le numerose chiuse (63 per il Canal du Midi e 53 per il Canal Lateral a la Garonne) che permettono di superare un dislivello di circa 200 metri, ed i ponti-canale realizzati per scavalcare i molti corsi d'acqua, una via di mezzo fra i famosi acquedotti romani eed i viadotti sopraelevati delle moderne autostrade.

Unico neo nell'utilizzo della canoa è la scarsa altezza dal filo dell'acqua del pagaiatore, costretto a frequenti fermate per arrampicarsi sugli argini a godersi un pò il panorama delle stupende campagne francesi.
A differenza di quanto pensavamo invece, la peraltro rada presenza di imbarcazioni a noleggio non pregiudica affatto la sicurezza della canoa dato che la velocità massima consentita è di circa 6-8 km/h, pressappoco la nostra velocità di crociera.

L'ATTREZZATURA

Abbiamo affrontato, io e Massimo, questo viaggio con un kayak Klepper II, lungo 5,20 metri, comperato usato un anno fa e testato in Grecia combattendo contro un formidabile Meltemi lungo le coste dell'isola di Fourni.
I Klepper sono kayak smontabili (internazionalmente chiamati foldables) composti da un telaio in legno realizzato con longheroni e centine assemblabili tramite giunzioni in alluminio ed una pelle in cotone e tessuto gommato (hypalon).
Abbiamo preferito utilizzare due pagaie in alluminio, robuste, più una di scorta in legno, più consona all'aspetto retrò del kayak (tanto più che è rimasta per tutto il tempo fissata in coperta come fosse una naturale decorazione in legno).

Il bagaglio è stato stipato in quattro sacche stagne, di cui due a zaino per essere più comodi negli spostamenti a piedi.
Un carrello in alluminio per kayak è stato indispensabile nei numerosi trasbordi delle chiuse ed utilissimo, insieme ad un più semplice carrellino in metallo (come quelli della spesa), nel trasportare a mano ed in treno il kayak smontato e parte dei bagagli.

Non dimentichiamo i giubbotti di salvataggio, molto utile nel mio caso (come credo per tutti i pagaiatori molto magri) per attutire il contatto fra le vertebre sporgenti e lo schienalino in legno piuttosto rigido.

LOGISTICA DI VIAGGIO

Dopo aver cercato un treno comodo che da Milano ci portasse a Marseillan Plage e dopo aver scoperto che, fra cambi e attese varie ci avrebbe impiegato circa 14 ore, decidemmo per il viaggio in macchina, più veloce e comunque ancora più economico.
Lasciata l'auto parcheggiata vicino alla spiaggia e caricata la canoa, siamo partiti per i dieci giorni più lenti delle nostre vacanze.

Il ritorno, da Toulouse a Marseillan Plage, lo abbiamo poi fatto in treno; stipati come in un carro bestiame, senza aria condizionata e con la canoa divisa in due enormi carrelli, oltre agli zaini.
Ringraziamo ancora le ferrovie francesi che, ad una fermata di cui non ricordo la località, hanno provveduto a rifornire i malcapitati e molto stipati passeggeri di bottigliette d'acqua a temperatura ambiente...bé meglio di niente (almeno ci siamo riforniti di bottigliette per il viaggio di ritorno in macchina!).

Il tocco finale è stata la passeggiatina di circa un'ora a piedi dalla stazione fino a raggiungere la macchina. Ho avuto comunque la fortuna che Massimo si sia gentilmente sacrificato a fare la guardia ai bagagli attendendomi seduto ad un bar di un maneggio.
Tornato con l'auto, l'ho trovato al tavolino rilassatamente assopito dopo due bicchieroni di Panaché.

 

 

 

CANAL DU MIDI
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