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11 - da Castanet Tolosan a Toulouse


12 Agosto - 10 km. - 1 chiusa.

Ci alziamo presto, prima dell’orario di apertura della chiusa, e trasbordiamo.
Castanet Tolosan fa gia’ parte della prima periferia di Toulouse. Attraversiamo zone industriali alternate ad aree a verde ed incontriamo parecchi frequentatori della pista ciclo pedonale che costeggia il canale, oltre a numerose imbarcazioni ormeggiate lungo le sponde, indice che siamo proprio arrivati alla fine del viaggio.

Dopo pochi chilometri giungiamo a Port Sud, un bacino attrezzatissimo, strapieno di barche di tutti i tipi ormeggiate alle banchine galleggianti.

Port Sud a Toulouse
Port Sud a Toulouse

Ci fermiamo ad uno dei pochi posti liberi, come una barca di ben piu’ importanti dimensioni, speranzosi di trovare, almeno a Toulouse, un posto dove fare colazione.
Giriamo affamati in lungo ed in largo, anche fino agli isolati appena dietro le abitazioni sul porto ma non troviamo niente, persino l’unico bar con vista canale e’ incredibilmente chiuso.

Come spesso ci e’ capitato, dobbiamo inventarci una colazione, seduti su un muretto di un’aiuola, con le ultime provviste: un vecchissimo pezzo di pane al miele con uvette, alcune gallette bretoni al doppio burro (peraltro squisite e, immagino, nutrientissime) e acqua del rubinetto.

Colazione a Port Sud
Colazione a Port sud

Ripartiamo per raggiungere il piu’ presto possibile il centro cittadino attraversando ormai un paesaggio urbano costituito da ponti stradali, rumore di traffico veicolare ed edifici mediocri a destra e sinistra.

Eccoci finalmente al Port Fluvial, composto da alcune banchine dove hanno trovato ormeggio barche a vela ed house boat e due begli edifici moderni, uno degli uffici portuali e l’altro dell’ufficio del turismo.

Port Fluviale a Toulouse, la fine del viaggio
Port Fluviale a Toulouse, la fine del viaggio

Al bureau del porto, una gentilissima signora ci mette al corrente delle tariffe (peraltro veramente abbordabili) per lasciare il kayak ormeggiato anche un giorno. Lo leghiamo bene al molo di fianco ad altre enormi barche, estraiamo i bagagli necessari e chiediamo qualche informazione sugli uffici del VNF, la compagnia che amministra il Canal du Midi, e sugli alberghi economici nelle vicinanze.
Ci cambiamo cercando di vestirci con gli abiti meno umidi e stropicciati che ci sono rimasti e, sacche stagne alla mano, ci rechiamo alla VNF prima dell’orario di chiusura.

L’idea di chiedere informazioni sulla navigabilita’ della Garonne ci e’ venuta a seguito di alcune notizie che abbiamo appreso i giorni precedenti e riguardanti la grande siccita’ che ha colpito in questi giorni la Francia e l’Europa. Temiamo che il fiume sia in tali condizioni che non si possa navigare se non portando per chilometri e chilometri il kayak al guinzaglio su un fondale sassoso ed appena umido. Infatti la situazione rispecchia proprio la peggiore delle ipotesi.

Ma andiamo con ordine.
Ci presentiamo tutti sdruciti, spettinati, con barba di qualche giorno, bermuda e bagagli dentro poco convenzionali sacche stagne, alla signorina delle informazioni del VNF, che, una volta rimessasi dalla sorpresa si rivela professionale e molto gentile.
Tento l’approccio vocale, aiutando il mio scarsissimo francese con una gestualita’ degna del miglior mimo, con scarsissimi risultati. Stavo quasi per far innervosire la gentile informatrice, quando decide di intervenire Massimo, il poliglotta, che, con qualche grugnito giusto, riesce finalmente a farci avere le informazioni.

La situazione quindi e’ questa: da comunicazione telefonica direttamente con il responsabile, la Garonne non e’ in condizioni di essere navigata per carenza d’acqua, inoltre si rincara la dose sconsigliando comunque vivamente di scendere nel fiume con un kayak, anche se di cinque metri e passa!
Soprattutto l’ultima affermazione ci lascia alquanto perplessi, chiediamo per quale motivo si sconsiglia comunque di scendere in acqua nel fiume con il kayak e ci rispondono semplicemente dicendo che lo considerano troppo pericoloso per cui non possono darne il permesso.

Non sappiamo a questo punto che tipo di legalita’ abbia questa negazione di utilizzare una via d’acqua, presumiamo di pubblico utilizzo, ma ci rendiamo anche conto che forse non vale la pena buttarci comunque in un’impresa dove, se mai dovessimo essere fermati per qualche motivo, non sapremmo spiegarci in modo completo e convincente, se non a gesti e con qualche parola attinta dal dialetto milanese.
Affranti, ci dirigiamo all’albergo indicatoci che, fortunatamente per le nostre tasche, appartiene ad una grossa catena come ce ne sono tante in Francia per la convenienza dei turisti, per cui prendiamo una stanza.

Dopo esserci riposati un attimo tiriamo le somme della situazione: la Garonne non e’ navigabile, i kayak non sono comunque ben visti, io accuso da qualche giorno un dolore alla spalla sinistra, Massimo, dalla sua, accusa uno strano intorpidimento ad una mano, il caldo continua ad opprimerci con una cappa umida e l’unico modo per cercare di portare a termine il giro che ci eravamo prefissati (cioe’ semplicemente di giungere fino all’Oceano Atlantico attraversando la Gironde) e’ quello di imboccare da Toulouse il Canal Lateral a la Garonne.
Il solo pensiero di dover percorrere altri 190 km. di fetido ed immobile canale con le sue 53 chiuse sotto un caldo tremendo ci fa decidere seduta stante di considerare Toulouse il punto di arrivo del nostro viaggio.

Dopo tutto si tratta delle nostre vacanze estive, non di un raid super sponsorizzato dove rinunciare vuol dire fare una magra figura, inoltre ci sentiamo soddisfatti di quanto siamo riusciti a fare fino adesso, tenuto conto lo scarso tempo che dedichiamo durante l’anno all’allenamento canoistico.
Certo, fossimo dei veri esploratori avremmo tentato anche questa strada navigabile, ma non lo siamo, anzi abbiamo anche desistito con un certo piacere vedendo finite le nostre fatiche e non dovendo piu’ riversare litri di sudore sugli schienali in legno del kayak.

Comunque, per finire il racconto, abbiamo girato un po’ per la citta’, la “ville rose” per il caldo colore rosato dei suoi edifici in cotto e pietra, e siamo riusciti anche a trovare due biglietti per il treno che avrebbe riportato a Marseillan Plage il giorno dopo. Ad agosto, come succede anche in Italia, riuscire a trovare un biglietto sul treno da una grande citta’ verso una localita’ di mare e’ quasi un’impresa.

Contenti e ignari del viaggio finale che ci attende, prima di tornare in albergo, passiamo per il porto dove smontiamo e laviamo il kayak per togliere un minimo di odore di canale (per non rischiare di essere gettati in un carro bestiame il giorno dopo in treno) e lasciamo le due sacche carrellate in deposito negli uffici del porto.

 

 

 

CANAL DU MIDI
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Il canale
Marseillan- Plage
Portiragnes
Colombiers
Argeliers
Argens- Minervois
Marseillette
Carcassonne
Pexiora
Port Lauragais
Castanet-Tolosan
Toulouse
Marseillan-Plage


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